Dazi USA e Made in Italy

Nuove trattative e prospettive per le imprese italiane

Negli ultimi mesi, il tema dei dazi doganali è tornato con forza al centro del dibattito tra Stati Uniti e Unione Europea, generando timori per le conseguenze sull’export e sull’economia dei Paesi europei, in particolare l’Italia. Ma cosa comportano esattamente questi dazi?

Export e aziende italiane

Un dazio è una tassa che gli Stati Uniti impongono sui prodotti importati dall’estero. Questa tassa è a carico dell’importatore statunitense, che per compensare l’aumento del costo all’ingresso nel mercato americano, modifica i prezzi al rialzo. Il risultato? I prodotti esteri diventano meno competitivi rispetto a quelli locali. Se i consumatori americani smettono di acquistare prodotti italiani perché più costosi, l’export cala, la produzione rallenta e, a cascata, si rischiano contraccolpi sull’occupazione italiana. Secondo Unimpresa un terzo delle aziende italiane esporta negli Stati Uniti, un mercato che rappresenta una delle principali destinazioni extra-UE per il Made in Italy. I dazi dunque, se non gestiti con equilibrio, possono impattare pesantemente sul nostro tessuto produttivo, soprattutto per le imprese più piccole, meno strutturate e con margini di manovra ridotti.

I dazi non sono una novità del 2025

Le politiche protezionistiche statunitensi non sono un fenomeno nuovo. I dazi contro acciaio e alluminio, ad esempio, sono già in vigore dal 2018. Tuttavia, le ultime settimane hanno segnato una svolta: gli USA hanno annunciato un aumento dei dazi fino al 20%, che rischia di colpire in modo trasversale diversi settori del Made in Italy. L’Europa, per evitare un’escalation, ha deciso di sospendere temporaneamente le proprie contromisure, dando spazio a una fase di dialogo e negoziati fino al 15 luglio 2025.

L’Europa cerca una via diplomatica

La Commissione Europea ha formalizzato una pausa di 90 giorni nelle contromisure ai dazi statunitensi sull’importazione di prodotti in acciaio e alluminio dall’UE. Questa decisione è stata annunciata dalla presidente dell’Unione Europea dopo che il presidente degli Stati Uniti ha sospeso i dazi “reciproci” per lo stesso periodo, al fine di favorire un clima di dialogo. Il Commissario europeo per il Commercio si è recato a Washington per avviare i negoziati, confermando che l’obiettivo è arrivare a una soluzione condivisa prima di metà luglio.

I settori italiani più esposti

I settori italiani più coinvolti dall’export verso gli Stati Uniti sono:

Farmaceutica: 24% del valore aggiunto legato agli USA

Cantieristica e aerospazio: 15%

Mobili, elettronica, moda e autoveicoli: tra il 6% e l’8% A essere più vulnerabili sono le piccole e medie imprese, con minore capacità di diversificare mercati e assorbire costi extra.

Esposizione del Made in Italy. I settori più colpiti
Grafico – Esposizione del Made in Italy. I settori più colpiti.

Conclusione

La sospensione temporanea delle contromisure da parte dell’UE rappresenta un’opportunità per costruire un dialogo più stabile con Washington. Ma resta alta l’attenzione per le conseguenze che una nuova ondata di dazi potrebbe comportare sul piano industriale e occupazionale.

Nel frattempo, è essenziale che le imprese italiane valutino strategie di diversificazione dei mercati, rafforzino le proprie filiere e si tengano informate sull’evolversi delle trattative.

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